Adesso c'è il fatto che in queste storie parla spesso il Cristo crocifisso. Perché i personaggi principali sono tre: il prete don Camillo, il comunista Peppone e il Cristo crocifisso. Ebbene, qui occorre spiegarsi: se i preti si sentono offesi per via di don Camillo, padronissimi di rompermi un candelotto in testa; se i comunisti si sentono offesi per via di Peppone, padronissimi di rompermi una stangata sulla schiena. Ma se qualcun si sente offeso per via dei discorsi del Cristo, niente da fare; perché chi parla nelle storie, non è il Cristo, ma il mio Cristo: cioè la voce della mia coscienza. Roba mia personale, affari interni miei. Quindi: ognuno per sé e Dio per tutti. Dalla Introduzione di Don Camillo
Ho terminato in questi giorni di leggere Don Camillo, che tanta serenità mi ha regalato e con tristezza l'ho finito e rimpiango di non avere gli altri libri.
Sarebbe fin troppo facile di parlare di Gesù, con riferimenti alla realtà che tutti giorni vivo e a certe situazioni che vedo.
Ma preferisco a ripensare al Cristo di don Camillo, un amico e un compagno di viaggio del pretone che sempre sa cosa sta per combinare ma non sempre interviene e paziente ascolta le sue bugie.
Sarebbe troppo bello avere anche noi un crocifisso che ci parla, ci consiglia, ci raddrizza quando prendiamo la strada sbagliata o ci evita di prendere a mitragliate qualcuno... Sarebbe facile fare delle scelte..
Ma ci scaricherebbe di troppe responsabilità e si perderebbe un po' il gusto delle sfide... il pepe della Vita
In fondo Dio già ci parla, con il suo susurro, ascoltarlo e farci da lui immergere.
Boa Noite
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