Carissimi come auguri vi lascio la lettera che ho mandato alla mia parrocchia, forse qualcuno riconoscerà le parole ma è perché il pensiero è lo stesso..
Carissimi amici,
vi voglio subito ringraziare per l’aiuto che molti di voi mi hanno voluto dare con il banchetto del 8 dicembre che va molto al di là della somma raccolta che è per me una testimonianza di vicinanza con la missione che sto vivendo in Mozambico.
Le giornate passano velocemente nel lavoro quotidiano che mi vede impegnato su molti fronti, mi ricordo che una volta da bambino chiesi a Santa Lucia il camion dei pompieri, quest’anno ho ricevuto il vitello Lucia dalla nostra mucca Adria. Esagero parlando in prima persona, ma per la missione è un evento storico, la nascita del primo vitello, che fa parte di un progetto iniziato solo da qualche mese con l’acquisto di tre giovani mucche.
Con il vitello arriverà anche il latte che a breve inizieremo a distribuire ai nostri ragazzi dell’internato e quando la produzione aumenterà, avvieremo anche la produzione del formaggio ma per questo dobbiamo aspettare la nascita di altri vitelli.
In questi giorni siamo pochi in missione, l’anno scolastico è terminato e riprenderà a metà gennaio e tutti ragazzi sono a casa, compresi quelli della scuola agraria che fino a qualche giorno facevano lo stage nella nostra fattoria missione. Ora c’è uno strano silenzio quando prima c’era il continuo vociare dei ragazzi, potremmo quasi sentirci solo in questo Natale.
Be il Natale sarà diverso, e non è bello da dire ma senza il clima classico natalizio mi sembra quasi di non viverlo, ora che vi scrivo che mancano pochi giorni al Natale mi è più facile pensare al ferragosto. Qui mancano tutte le caratteristiche classiche del Natale: prima di tutto il freddo, di notte tocchiamo i 34 gradi, le luminarie che non esistono, mancano le continue musiche in sottofondo e le montagne di pandori con spumante in saldo nei negozi alimentari e anche la veglia di Natale sarà diversa perché la faremo alle 17.30.
Ma quindi che Natale è? Sarebbe una retorica troppo facile dire che qui si incontra il Natale vero quello non usurato dal consumismo, ma preferisco pensare ad un Natale di frontiera dove come cristiani siamo in minoranza ma che cerchiamo continuamente con la nostra testimonianza dire che l’Emmanuel è venuto tra noi. Sono i piccoli gesti con i bambini, il saluto e l’ascolto con l’anziano fuori dalla chiesa, le chiacchiere con i giovani a volte anche con il richiamo,il lavoro fatto con dedizione,l’attenzione sempre al bisognoso... be questo è lo spirito che affrontiamo tutti i giorni compreso anche il giorno di Natale, che non sarà tanto diverso da qualsiasi altro giorno e per questo bello come qualsiasi giorno.
Vi lascio con queste poche righe, prego il Signore perché passiate un felice Natale con le vostre famiglie e amici,
auguri con affetto
Simone
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